Nel pomeriggio s’è tenuta la conferenza stampa dell’Alessandria Calcio. La svolta societaria, con Molinaro nuovo patron al posto di Enea Benedetto, si è ormai consolidata e sono tante le figure tecniche e nell’ambito societario che sono e saranno cambiate. Enea Benedetto non è ancora del tutto fuori dal club benché Molinaro, azionista unico tramite una sua Srl e Amministratore Delegato, di fatto sia il nuovo dominus dei Grigi. Oggi Ninni Corda, incaricato dalla nuova dirigenza, è il braccio operativo della Società e, dopo aver licenziato Mister Banchini tre giorni fa, ieri ha presentato il nuovo mister nella persona del marchigiano di S. Benedetto del Tronto Sergio Pirozzi il quale ha allenato in C2 Rieti e Viterbese e in D Messina, Aprilia, Trastevere, Civitavecchia, Sanbenedettese e Atletico Ascoli. Aspettiamo e vedremo come reagirà la squadra sul campo, anche perché con Banchini in panca ha conquistato i (pochi) punti fin qui raccolti, tranne uno. Che la totale incompatibilità fra Il dt sardo e il mister lombardo fosse conclamata è un fatto noto a tutti e la scelta del cambio non solo è comprensibile e legittima perché, a prescindere da quello che succederà, non è possibile gestire un gruppo di lavoro con il responsabile sportivo in perenne e totale disaccordo con il mister, e viceversa. Ritengo sia logico da parte di Corda rimuovere chi vuole salvo poi assumersi ogni responsabilità rispetto all’esito della stagione in corso. Mister Pirozzi è una figura particolare perché, oltre ad aver intrapreso una lunga attività di allenatore è stato eletto Sindaco di Amatrice proprio nel periodo complesso del post terremoto. Qui non c’è bisogno di un responsabile della Protezione Civile bensì di un allenatore della prima squadra e per quello sarà valutato, a prescindere, e su questa scelta anche Corda si giocherà la faccia davanti a tutto il sistema calcio. C’era chi, come me, si aspettava una scelta più tempestiva da parte del dt ma è arrivata all’ultima curva. C’era chi, invece, prevedeva un profilo di allenatore più “malleabile”, e al primo impatto è stato smentito: vedremo e facciamo in modo che entrambi possano operare con la massima libertà d’azione in un ambiente fin qui pesantemente condizionato da una serie di personaggi convinti di poter giocare la loro partita personale come fossero stati legittimati dalla Dea Eupalla. Qui casca l’asino e, se non si cambia in fretta atteggiamento da parte di certi giornalisti, di alcuni tifosi saccenti e invadenti e di tutto l’ambiente, quell’asino è destinato a precipitare. Chiudiamo con la vicenda di Simone Ciancio, terzino destro, capitano coraggioso, idolo di certa folla, “regalato” da Enea nel giugno scorso a un certo settore dello stadio quasi come farebbe un genitore debole per imbonire il figlio discolo e pretenzioso. Stante ai “si dice” (ma pare ci sia molto di vero in questa simpatica letteratura) il capitano coraggioso avrebbe assunto un ruolo che travalica quello del calciatore, muovendosi con disinvoltura fra gruppi, cordate, nuovi possibili padroni, personaggi di ripiego, giornalisti impiccioni e presuntuosi, tifosi invadenti e roboanti. È un vecchio discorso ma qui, in questa plaga, è sempre attuale: in pochi fanno quello che devono fare e per svolgere l’attività per la quale sono pagati o vocati.
Nell’Alessandria Calcio si va avanti a conferenze stampa
