Milano – Oggi si terrà l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) per cui i sindacati chiedono al governo di estromettere Arcelor Mittal (62%) e rilevarne le quote. Si parla di nazionalizzazione, tornando alla rituazione di cinquant’anni fa quando l’allora Italsider edra dello Stato. Secondo indiscrezioni, il Mef sarebbe pronto a farsi carico dell’intero fabbisogno di Acciaierie d’Italia, se gli indiani formalizzassero il disimpegno. Per il salvataggio dei 20.000 lavoratori in forza nei vari stabilimenti del gruppo siderurgico più grande d’Europa, i metalmeccanici si dicono pronti a un presidio permanente al fine di essere ricevuti a Palazzo Chigi, a partire dal prossimo 11 dicembre. Secondo i sindacati, Mittal ribadirà di non voler mettere altri soldi in azienda per cui Invitalia potrebbe fare fronte al fabbisogno finanziario da sola con l’estromissione dei franco-indiani e la presa in carico dell’ex Ilva, anche attraverso l’individuazione di un nuovo management, che potrebbe essere reclutato coinvolgendo l’industria siderurgica italiana. Prima che il ministro Fitto subentrasse nel dossier, il ministro Urso aveva avviato un rapporto interlocutorio con Arvedi per coinvolgerlo. Intanto nello stabilimento di Taranto sono cominciate le operazioni di fermata dell’altoforno 2, uno dei soli due che ancora funzionano. Ne consegue che per lo strabilimento di Novi Ligure si avrà l’ennesima riduzione della produzione, anticamera della chiusura con ripercussioni anche a Genova Cornigliano.