di Fabio Tirelli – Già Heidegger in “Sein und Zeit” aveva introdotto la prospettiva ontologica dell’uomo nel suo inscindibile legame col linguaggio, palesando una critica della mercificazione dell’esistenza umana che superava la stessa declinazione marxiana (non del primo Marx, troppo poco noto ancora adesso) di alienazione. È quindi necessario distinguere la globalizzazione dei mercati (fondamentalmente neutra dal punto di vista della teoria del valore, e addirittura, se ben sorvegliata a livello di istituzioni extra nazionali, utile a ridurre le diseguaglianze fra le varie aree del mondo) dal mercato finanziario globale che produce mostri di difficile comprensione (le fasi di deflazione, che determina diminuzione generalizzata dei prezzi, misurata dal calo dell’indice dei prezzi al consumo) e la produzione da parte delle Banche che battono moneta in quantità impressionanti di denaro che poi deve essere riassorbito e distrutto invertendo il ciclo (almeno fino a che le Banche centrali ne avranno gli strumenti, in tal caso virtuosi) e spesso blocca lo stesso sviluppo di nuovi modelli di produzione meno alienati – l’ostilità incomprensibile verso il Progetto LIA (Laboratorio di Innovazione per l’Autonomia) si propone di porre in essere attività culturali e scientifiche destinate ad approfondire il fondamento e le modalità di sviluppo di una dinamica di innovazione istituzionale – e la produzione da remoto di merce tramite le stampanti laser a assembramento di componenti grezzi per esempio). Forse la moneta virtuale, se socializzata e regolata, potrà essere un antidoto… forse.