Alessandria (Max Corradi) – Il destino dell’Ipab Borsalino – nonostante certa stampa di regime che scrive il contrario – è segnato da debiti milionari che nessuno può pagare e, a meno che non intervenga il Comune di Alessandria – cosa improbabile e sconsigliabile perché porterebbe al secondo dissesto in dieci anni – la trascineranno all’asta. Questa è la verità poiché il destino del Borsalino è speculare a quello della Casa di Riposo Maina Città di Asti che avrebbe dovuto essere venduta all’asta ma nessuno la vuole. Con una sola differenza, e cioè quella che, se va all’asta, il Borsalino se lo compra “per tre lire” la cooperativa sociale Punto Service che vanta crediti milionari… “Chiusa la Genova-Nizza”. Il bando per la vendita del Maina era stato reso pubblico a ottobre con base d’asta 9,3 milioni di euro: un prezzo vantaggioso per un immobile in pieno centro di circa 19.000 metri quadri con circa 120 posti letto convenzionati con l’Asl, la cui retta è garantita perchè pagata dalla Regione. La struttura, in ordine di grandezza seconda in Italia dopo quella del Pio Albergo Trivulzio di Milano, era stata chiusa a Natale 2022 coi 132 anziani ospiti trasferiti in altre strutture private. Oltre ai problemi di servizio ci sono stati, e in gran parte restano aperti, quelli sindacali e, su tutti, quelli inerenti l’indennità di mobilità dei 110 dipendenti, cioè l’80% del loro stipendio che il Maina, chiuso e privo di ospiti e di introiti, non può pagare. Ad aggravare la già critica situazione è il futuro bando di vendita di cui non si sa niente: in settimana i tre commissari liquidatori, Roberto Frassinelli e Alberto Abbate, entrambi commercialisti, e Luca Geninatti Saté, professore di Diritto Amministrativo all’UniPO, dovrebbero essere ad Asti per trovare la quadra col presidente del Tribunale, che nel frattempo è cambiato. Il loro interlocutore non sarà più Giancarlo Girolami, che a ottobre è andato in pensione, ma Paolo Rampini. I tempi si allungano, mentre il Borsalino potrebbe iniziare lo stesso calvario.