Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e, nonostante la mia buona volontà di non infierire sui nostri pubblici amministratori, i fatti mi costringono a fare il mio mestiere, che è quello del cronista, e scrivere che siamo amministrati da un branco di asini. Lo spaccio della Centrale del Latte di Alessandria e Asti è “chiuso per chiusura”, almeno così si legge sul foglio vergato a mano e appiccicato sull’ingresso. Al di là della facile ironia del tipo: “lavorato per lavorazione”, “pagato per pagamento” e così via, il fatto manifesta tristemente che l’azienda, un tempo fiore all’occhiello del territorio, versa oggi in piena rovina intellettuale prima ancora che economica e finanziaria. Non si è neppure riusciti ad anticipare la successione alla (siamo certi) meritata pensione del precedente gestore. Amministratori inadeguati, soci insensati e fornitori interessati hanno fatto tutto questo. E i sindaci di Alessandria e Novi, soci in affari della società in oggetto, hanno chiuso occhi e orecchie di fronte a questo sfacelo.
Forse il lattaio di Bosco Marengo diventato macellaio si fregherà le mani: la Centrale si compra con una manciata di spiccioli.
E io pago.
Cari mandrogni, non c’è più una lira, il latte è finito e lo spaccio è… “chiuso per chiusura” (?)
