Novi Ligure (Franco Traverso) – Ecco i retroscena di un’operazione urbanistica a vantaggio di qualcuno e a danno di tutti gli altri. La notizia è vera e verificata, ottenuta tramite i nostri amici che ci informano sempre alla perfezione. Si tratta della “permuta” dell’area dell’ex Macello con l’area attualmente di proprietà del supermercato Lidl in via Pietro Isola. Alcuni noti personaggi (sarebbero principalmente tre soggetti di cui sappiamo tutto, che verranno fuori, se sarà il caso, al momento opportuno) stanno lavorando a uno scambio di questi terreni, senza compensazioni in denaro tra le parti. L’operazione riguarda l’area dell’ex macello e l’area dove sorge il supermercato Lidl (nel fotomontaggio è chiaro). L’area dell’ex macello è in uno stato pietoso di abbandono, quindi in prima battuta per un cittadino sprovveduto (e anche a Novi ce ne sono tanti, purtroppo) potrebbe sembrare favorevole per la comunità eseguire questo scambio, ma se andiamo a vedere le cubature inizia a sorgere qualche dubbio. Infatti l’area dell’ex macello di proprietà comunale supera gli 8.000 metri quadrati, mentre quella della Lidl è poco più di 4.000: rapporto uno a due ma valutato alla pari. È un po’ come se qualcuno scambiasse la sua casa di 100 mq con una casa di 50 mq senza incassare nessuna differenza, al netto dei lavori di ripristino. Secondo attendibili indiscrezioni ci sarebbe una trattativa in corso per cui un consigliere comunale si sarebbe offerto per portare avanti l’affare che obbligherebbe il Comune ad accollarsi l’acquisto d’una palazzina di proprietà dell’ENEL (nella grafica, cerchiata in bianco), in stato d’abbandono ma confinante con l’area del Macello, per ben 180.000 euro, per poi dare il tutto (ex macello e palazzina comprata coi soldi dei novesi) in permuta con l’area della Lidl. Facciamo due conti: la permuta riguarda un’area da 8.000 mq + una palazzina valutata 180.000 euro, in cambio (alla pari) di un’area di 4.000 mq. A casa mia sta roba qua si chiama “stangata” che in gergo politico si traduce con “danno erariale”, per non dire peggio. Non è finita perché siamo venuti a sapere che per l’area dell’ex macello sia pervenuta in Comune una manifestazione d’interesse, e non si capisce il motivo per cui non si proceda a un’asta che sarebbe la via più vantaggiosa per il Comune, nonché richiesta dalla legge. Non basta, perché esiste il problemino dell’area di rispetto della ferrovia che passa proprio lì davanti. La legge dice 30 metri, secondo i piani di qualcuno invece si può edificare a soli 5 metri dalla ferrovia (?). A questo punto qualche domanda sorge spontanea: ma ci prendete tutti per scemi? Cui prodest? Tutto ‘sto casino a vantaggio di chi? Noi lo sappiamo benissimo, e gli interessati sanno altrettanto bene che li conosciamo, ma aspettiamo a scriverlo – se sarà necessario – quando sarà il momento. Anche perché ci chiediamo tautologicamente a cosa servirà tutta quella cubatura una volta demolito il vecchio macello. Il Maligno ci conferma che lì qualche palazzinaro ci farà dei palazzi (ma va?). Anche perché non si capisce cosa possa farci il Comune una volta diventato proprietario dell’intera area, in quanto, per rendere sostenibile una tale permuta l’ente pubblico deve dichiarare che l’area è di assoluta necessità e deve finire nel suo patrimonio rispetto a quella che viene scambiata. È del tutto evidente che tutta la vicenda puzza come lo sterco d’un maiale e sia facilmente impugnabile alla Corte dei Conti, anche perché non si riesce a capire perché il Comune di Novi non metta all’asta l’area dell’ex macello, per cui potrebbe incassare un sacco di soldi senza perderci nulla.
“La Stangata”: ora a Novi siamo alla “permuta delle aree”, speculazioni ai danni della città a favore dei privati
