Alessandria – Nei giorni scorsi gli Agenti della Squadra Volante della Questura di Alessandria erano inviati dalla Sala Operativa in Via Righi perché chi ha dato l’allarme aveva segnalato un uomo che tentava di sfondare a calci la porta di un appartamento. Giunti immediatamente sul posto, gli operatori individuavano il soggetto nell’androne del condominio: si tratta di un cittadino albanese, trentenne, già noto alle forze dell’ordine, in quanto sottoposto a misura di prevenzione e arrestato, in passato, per reati in materia di sostanze stupefacenti e, per ben due volte, per il reato di atti persecutori a danno di due donne diverse: l’ultimo fatto risalente a solo a un mese prima.
Alla vista dei poliziotti, l’uomo continuava a inveire violentemente e proferire minacce di morte nei confronti della propria madre, residente proprio nell’appartamento in cui lo stesso tentava di entrare con la violenza. Una volta fermato è stato possibile di ricostruire la vicenda. Già durante il corso della nottata precedente, sul luogo erano intervenuti i Carabinieri per un’altra lite sfociata nel nucleo familiare durante la quale l’uomo risultava avere percosso e assunto condotte violente nei confronti della madre per futili motivi e in preda all’ebbrezza alcolica. Era pertanto stato trasportato in ospedale e denunciato in stato di libertà per il reato di maltrattamenti in famiglia. La mattina dopo tornato a casa tentando di entrare con la violenza per riprendere alcuni effetti personali e la madre, spaventata, aveva offerto di raccoglierli per lui e porgerglieli, senza però farlo entrare in casa, scatenando ancora di più le sue ire. Da ulteriori accertamenti emergeva un quadro comportamentale dell’uomo solito a maltrattamenti familiari: la donna, infatti, esausta della situazione, dichiarava agli agenti di avere subito anni di soprusi e violenze ad opera del figlio, dipendente dall’alcool e dalle sostanze stupefacenti. Tali circostanze, mai denunciate per paura di ulteriori ripercussioni, erano confermate dalla sorella del trentenne, che confermava di essere a conoscenza di tali fatti e di essersi allontanata da casa proprio per non essere, anche lei, oggetto di tali vessazioni e soprusi. A questo punto per l’esagitato albanese scattavano le manette per il reato di maltrattamenti in famiglia ed era associato presso la casa circondariale di Alessandria in attesa di convalida.
Successivamente, l’arresto era convalidato dal G.I.P., con l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere.