Da Alessandria Oggi: “Ennesima presa per i fondelli dell’Europa” – Come ho già avuto modo di scrivere, l’Unione Europea nacque grazie al lungimirante pensiero di tre grandi statisti cattolici, De Gasperi, Schuman, e Adenauer. Italia, Francia e l’allora Germania Ovest ritennero giunto il momento di sancire una storica pace tra Nazioni che nei secoli se l’erano date di (poca) santa ragione. Consiglio la rilettura, ormai solo storica, del titolo III “Disposizioni economiche e sociali” del trattato di Parigi del 18 aprile 1951 che istituì la Comunità economica europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Ci si renderebbe conto facilmente di come l’impostazione politica fosse prettamente quella di creare un sistema economico di mercato controllato e non certamente libero e selvaggio.
La libera economia deve favorire la crescita, non approfittarne
In altre parole, un sistema economico basato sull’iniziativa imprenditoriale privata e pubblica che garantisse il raggiungimento di obiettivi sociali e civili anche a scapito del profitto; un sistema ben diverso dal consumismo esasperato e individualista dei nostri giorni. Era ed è tutt’ora (anche se sconfitta) la scuola di pensiero del cattolicesimo sociale iniziata con l’enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII promulgata il 15 maggio 1891. Era ed è tutt’ora (anche se sconfitta) la scuola di pensiero che consentì alla nostra Costituzione repubblicana di fondarsi sul lavoro. Lavoro non inteso come salariato dipendente, ma come impegno manuale e intellettuale alla costruzione sociale d’una nazione fondata sugli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo in cui la Fede deve essere accompagnata sempre dalle opere e dalla carità.
Il “Grimaldello del Lavoro” usato per scardinare le democrazie liberali
Ovviamente, i nostri trinariciuti comunisti non capirono e aderirono alla proposta solo perché interpretarono in chiave marxista il termine “lavoro”. Purtroppo il diavolo, che non guarda ai colori politici, riuscì col tempo e col denaro (il suo sterco) a soffocare il libero pensiero col luccichio del consumismo e del falso potere della competizione in ogni campo. Programmi televisivi e supermercati hanno fatto il resto. Sono rimasto stupito in occasione dell’ultima edizione dello Zecchino d’Oro quando il noto presentatore ha chiesto a una concorrente bambina di sei anni che impegni avesse e quella ha risposto: nuoto, canto, arti marziali e sci. Praticamente deve già tenere un’agenda di lavoro. Roba da togliere subito la patria potestà ai genitori.
Stiamo rovinando le ultime generazioni
Tutto è ormai competizione, alienazione e solitudine, persino nei giochi dei bambini. Mi sovviene Nostro Signore quando sentenzia che sarebbe meglio per chi è scandalo dei più piccoli mettersi una macina da mulino al collo e gettarsi a mare (Mt 18, 6-10). Non era un caso che il trattato di Parigi partisse dalle fonti energetiche allora principali per il sistema economico europeo. Lì c’erano occupazione, valore aggiunto e motore di tutti i settori economici che avrebbero dovuto costruire una società fondata su principi cristiani e liberali. Oggi tutto è controllato da oligarchie anonime fatte di sigle societarie dietro alle quali si celano intrecci di pochi finanzieri ispirati dal diavolo che hanno interesse a mantenere il cortocircuito delle intelligenze: denaro – beni – cupidigia – invidia – social – sesso – alienazione per troppo lavoro – denaro. Fuori da questo cortocircuito non resta altro spazio per famiglia, religione, vera socialità.
Il business ha scalzato la famiglia e la società è un ring
Persino l’attività di volontariato oggi fa curriculum. Le cosiddette fonti energetiche alternative (come gli impianti fotovoltaici) stanno distruggendo il suolo agricolo per produrre poca energia al servizio di un minimo margine di profitto per qualche individuo vittima dell’ingranaggio del diavolo. Anche l’ideologia ambientalista altro non è che un servo fedele di lucifero, un affare; termine che nella nostra bellissima lingua ha un’accezione ben diversa dal termine barbaro “business” voluto dai demoni asserviti al loro sterco. Quel che è peggio è che gl’intellettuali di oggi (razza sempre pericolosissima) parlano ciechi e sordi nei confronti di una realtà che sta davanti a tutti noi, ma che ormai quasi più non vediamo. Ecco perché all’intelligenza degli sciocchi preferisco sempre l’ignoranza dei saggi.