Torino (Giulia Giraudo) – Ormai è chiaro che la politica della sanità piemontese retta dalla Lega è stata ed è un fallimento totale. Infatti mentre i soldi che lo Stato Italiano ha girato alla Regione Piemonte nel 2023, circa 8,4 miliardi (sì avete capito bene: 8,4 miliardi di euro!) a ottobre dell’anno scorso tutto questo ben di dio non bastava già più e la Regione Piemonte su richiesta dell’assessore leghista Genesio Icardi ha dovuto metterci del suo, altri 340 milioni di euro (sì, avete letto bene, € 340.000.000!) per finire l’anno e pagare i costi dei servizi sanitari e socio sanitari. Gli è che, se un’impresa privata si trovasse con dei conti così, porterebbe i libri in Tribunale. Ma la Regione no e la situazione si incancrenisce.
A questo punto restano delle domande che attendono risposta.
- Perché continuare a progettare Ospedali nuovi sperando che li paghi qualcun altro (la Regione Piemonte a trazione leghista non ha un euro se non di debiti) che, se va bene, saranno pronti fra 15 anni e intanto quelli che ci sono (per esempio quello di
Alessandria) potrebbero essere rimessi a posto e attrezzati a dovere consentendo un servizio eccellente a costi infinitamente inferiori?
- Perché le liste di attesa sono ormai a due anni anche per patologie gravi e chi non ha i soldi per andare a pagamento rimane senza esami e magari ci lascia la pelle?
- Perché non si aumentano i posti letto convenzionati nelle RSA del Piemonte (pagati metà dalla Sanità ) per consentire a decine di migliaia di anziani e disabili malati dimenticati di poter pagare la retta e essere curati dignitosamente?
- Perché sono stati fatti proclami da Genesio Icardi e dal suo principale Alberto Cirio Presidente – si fa per dire – della Regione (in quanto comanda Genesio che gestisce il 50% dei fondi) su un aumento delle risorse per le RSA onde poter pagare il personale con aumenti pari all’inflazione, se poi nessuna struttura ha visto un euro?
- Per ultimo la domanda delle domande: quei trecentoquaranta milioni in più della Regione non avrebbero dovuto essere destinati a miglioramenti per i cittadini utenti? Perché, se c’era un buco e mancavano i soldi (chi fa i bilanci in Regione è un fenomeno perché non ne azzecca una), bisognava dirlo e chiederli allo Stato e, se non c’era il buco, significa che siamo allo sperpero dei soldi pubblici, cioè della gente, ma i leghisti pensano ad Alberto di Giussano e non alla signora Pina di Cuneo.
Insomma, siamo di fronte a un fallimento totale per cui, se fosse da attribuire a un imprenditore privato, si parlerebbe di bancarotta fraudolenta e quell’imprenditore finirebbe in collegio. Ma Genesio il Leghista dal suo lussuoso assessorato nella Torre della Regione, costato ai piemontesi centinaia di milioni di euro, non risponde.
Occhio però perché le elezioni sono vicine e i cittadini (qualche volta) votano.