di Andrea Guenna – Ieri ero a Milano da un amico russo, un collega giornalista di San Pietroburgo col quale ho lavorato gomito a gomito per dieci anni, dal 2003 al 2013. Ho preso il treno alle 17:25 da Centrale perché era arrivata una telefonata – di cui non conosco il contenuto – che ha interrotto la riunione. Quando ero in treno, verso le 18:15 ho capito cos’era successo: un attacco terroristico a Mosca. Sul terrorismo internazionale sono sempre stato d’accordo col mio amico Giulietto Chiesa (video da non perdere), mancato due anni fa, sul fatto che l’Isis sia una struttura degli Stati Uniti vicina alla Cia. Lo dimostrano le centinaia di Toyota nuove di pacca date in uso ai “terroristi”, il metodo della demolizione delle due torri a Manhattan che sono implose (?), i reportage che riprendevano gli uomini dell’Isis perfettamente armati con divise splendide in filmati dalla regia professionale. E Bin Laden non è mai esistito essendo un prodotto dell’intelligenza artificiale. In estrema sintesi gli americani sono convinti che tutti – nel resto del mondo – siano deficienti. Non è così caro il nostro “scoreggione”, noi capiamo perfettamente cos’è successo e con noi Putin e i russi. Stavolta gli Usa hanno veramente oltrepassato il segno e gli sviluppi di questa crisi internazionale sono molto incerti, sicuramente non buoni, mentre ora veniamo perfino a sapere che Biden ha fatto avvertire Putin che ci sarebbe stato l’attentato di ieri al teatro di Mosca. Come faceva a saperlo? Ma chi vogliono prendere per i fondelli gli americani? Anche perché l’Fsb (ex Kgb), l’efficientissimo servizio segreto russo, non sapeva un tubo. Non basta, perché la tragicommedia messa in scena dagli Usa continuava in serata con una dichiarazione diffusa dall’agenzia dell’ISIS (‘sti puzzoni hanno anche un’agenzia!) sul coinvolgimento nell’attacco terroristico a Mosca. Nella notte, secondo il canale Telegram Shot, è stata fermata a Bryansk una Renault Symbol bianca con la quale i terroristi stavano tentando la fuga dopo l’attentato. Sarebbero 4 cittadini del Tagikistan, due dei quali sarebbero stati arrestati, e due fuggiti, scrivono Baza e Shot. Sono state diffuse le loro foto. Insomma, è tutto molto strano e tragicamente puerile. Come puerile il fatto che i “terroristi”, durante l’assalto di ieri sera al teatro di Mosca siano apparsi perfettamente addestrati e indossavano la mimetica degli Usa. Ma stiamo scherzando o cosa? Il fatto certo è che c’è stata una sparatoria da Far West: la sera di venerdì 22 marzo alle 8 circa (ora italiana le 6 di sera) quattro uomini armati e in mimetica hanno fatto irruzione nella sala da concerto Crocus City Hall della capitale. Il Crocus City Hall è la più grande sala concerti di Mosca, situata nella periferia occidentale della città che poteva ospitare 6.200 persone. Secondo le agenzie tutti i biglietti per il concerto del 22 marzo erano stati venduti. Uno degli attentatori ha aperto il fuoco con una mitragliatrice prima dell’inizio dello spettacolo del gruppo Picnic. Secondo le agenzie i morti erano fin da subito almeno 12, e i feriti 50. Ma il canale Telegram 112 alle 20 ora italiana già parlava di 40 morti e 100 feriti: un dato poi confermato dal Fsb, i servizi segreti interni russi. Il bilancio ora è di almeno 80 morti e 146 feriti, mentre nell’edificio è scoppiato un incendio.