Alessandria – Papa Benedetto XVI, nell’Enciclica Caritas in veritate, afferma: “Dar da mangiare agli affamati è un imperativo etico per la Chiesa universale. […] Il diritto all’alimentazione, così come quello all’acqua, rivestono un ruolo importante per il conseguimento di altri diritti. […] È necessario pertanto che maturi una coscienza solidale che conservi l’alimentazione e l’accesso all’acqua come diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”. Non dimentichiamo le parole di Gesù: “Io sono il pane della vita” (Gv 6;35) e “Chi ha sete venga a me” (Gv 7;37). Sono per tutti noi credenti una provocazione queste parole, una provocazione a riconoscere che, attraverso il dare da mangiare agli affamati e il dare da bere agli assetati, passa il nostro rapporto con Dio, un Dio che ha rivelato in Gesù il suo volto di misericordia. E la comunità islamica del Quartiere Cristo applica il Vangelo alla perfezione quando decide di dare da mangiare e assistenza a chi ne ha bisogno. C’è molto cristianesimo in questo bellissimo gesto degli islamici alessandrini. Tra loro c’è anche Driss Bennassour, marocchino di cica 40 anni che, dopo aver trovato lavoro e costruito la sua famiglia, non ha dimenticato l’accoglienza ricevuta. Per sdebitarsi, lui e i tanti che fanno parte della comunità musulmana di Alessandria, durante il mese di sacrificio – così chiamano il Ramadan che dura dall’11 marzo 2024 al 10 aprile 2024–, danno un pasto caldo a chi si presenta, anche a tanti italiani in difficoltà.
Ogni giorno al Centro Islamico si preparano decine di sacchetti pieni di cibo distribuiti non solo a chi viene a pregare alla moschea accanto ma anche agli italiani che sono cristiani. Oggi i pasti distribuiti sono circa 250 al giorno.