Mi capita di transitare in auto sul ponte Meier di Alessandria, pensato e ideato dall’architetto Richard Meier, noto professionista statunitense, nato nel 1934, ma poi di fatto progettato da un importante studio professionale milanese. Si tratta dell’unico ponte (i maligni dicono per fortuna) che porta la firma di Richard Meier, ritiratosi nel 2021 (anche a causa di presunti scandali sessuali). Il Nostro “archistar”, come si usa oggi dire in lingua barbara per appellare un famoso e originale artista dell’architettura, è autore di numerose ed importanti vere e proprie opere d’arte. Peccato che tra queste è difficile sentir nominare o leggere del ponte di Alessandria, presto ribattezzato “Ponte Cittadella” (vedere su internet) che nella memoria degli alessandrini occupa molto più spazio rispetto a quello occupato dal nostro artista. Sarà colpa del fatto che Meier ha disegnato pochi schizzi senza numeri, oppure che il progetto originario prevedeva ben più del solo ponte (ma si sa, quando un Comune è in dissesto non si può tutto), oppure ancora che, alla fine, il manufatto non appare particolarmente originale tale da distinguersi da molti altri ponti ad arco in metallo e stile contemporaneo, ma sta di fatto che il ponte Cittadella di Alessandria non costituisce granché né per i suoi cittadini, né per possibili, ma improbabili, turisti di passaggio. A ciò si aggiunga che il parapiglia annoso del mancato collaudo tecnico amministrativo (per carità! quello statico c’è e quindi non dovrebbero esserci problemi di crollo) per mancanza di finanziamenti (si parla di oltre un milione di euro di varianti non approvate) sta inesorabilmente determinando un ammaloramento del ponte per carenza di manutenzione. Sotto lo stretto profilo giuridico, infatti, senza il collaudo finale, l’opera è ancora “in cantiere aperto con consegna anticipata al committente” (in questo Paese ci s’inventa di tutto pur di rendere definitivo il temporaneo). Strano destino quello di Alessandria, dove anche tentativi ambiziosi di caratterizzare la città finiscono sempre e comunque per farla ricadere nel grigiore storico della sua nebbia. Forse, a distanza di anni occorrerebbe ammettere che lo storico ponte della Cittadella (quello abbattuto per fare spazio all’attuale) finiva per caratterizzare molto di più la città e, soprattutto, la Cittadella vero e unico monumento di rilievo europeo su cui si poteva contare. A proposito, l’abbattimento del “vero” ponte Cittadella venne motivato per ragioni di sicurezza idrogeologica, ma a distanza di oltre un decennio, la città continua ad essere a rischio. Annoveriamo tra i “martiri” alessandrini anche lui dopo la fiera di San Giorgio. La conclusione resta una sola: oggi Alessandria conta purtroppo sul “ponte qualunque” e continua ad essere la “città qualunque”.
Un ponte qualunque d’una città qualunque
