Torino – Nessuno ricorda che l’Ilva è nata a Novi nella seconda metà del XIX secolo grazie alle famiglie Bonelli e Cavanna. E ora Francesco Zambon, 43 anni di Torino, attuale presidente di Finpiemonte Partecipazioni, condurrà la ex-Ilva nel passaggio di proprietà garantendone l’identità. Proprio oggi è stato pubblicato il bando per le manifestazioni d’interesse che devono essere presentate entro il 20 settembre (anniversario della Presa di Porta Pia… Viva l’Italia!) firmato dal ministro Adolfo Urso che segna l’inizio della partita per vendita dell’ex Ilva (Acciaierie d’Italia). Si richiede un impegno per lo sviluppo della società e delle controllate, ma anche sulla decarbonizzazione e per il mantenimento dei livelli occupazionali. Ruolo centrale dell’operazione è quello dell’ingegner Francesco Zambon, per cui il governatore del Piemonte Alberto Cirio confida di avere un interlocutore privilegiato e soprattutto attento al territorio. Interessati all’acquisizione per ora sono le indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino (Putin) Metinvest, l’azienda canadese Stelco e due italiani per i quali si fanno i nomi di Arvedi e Marcegaglia. Il bando di gara del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che è stato firmato anche dai commissari delle diverse società, sottoscritto dai commissari straordinari di Ilva in Amministrazione Straordinaria (Danovi, Di Ciommo e Savi) e dai commissari di Acciaierie in Amministrazione Straordinaria (Fiori, Quaranta e Tabarelli), mette sul mercato tutto il gruppo.