Genova – È finalmente finito in carcere il parroco genovese che abusava dei in oratorio. E dopo gli faceva regali. Naturalmente la Curia lo ha sospeso. Facciamo nome e cognome: si tratta di Don Andrea Melis, sessant’anni, originario di Cagliari, che appartiene all’Ordine dei Padri Scolopi, che era direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti in salita San Bartolomeo degli Armeni ed era presidente di Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie) oltre che parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure in provincia di Savona. Tentava di baciare sulla bocca i chierichetti. E poi c’era dell’altro. Sappiamo che la Chiesa è piena di pedofili, per cui non ci meravigliano di questa ennesima inchiesta da parte della Procura della Repubblica di quella povera città in putrefazione che è Genova. Nella sua abitazione gli investigatori hanno sequestrato farmaci per la stimolazione sessuale ma anche capi di abbigliamento griffati. Avrebbe fatto anche ricariche sulla Postapay e donato videogiochi alle vittime. In merito l’arcidiocesi di Genova “In merito a quanto riportato su mass media circa l’arresto di Padre Andrea Melis, dei Padri Scolopi, accusato di abusi su minori, esprime il dolore per i fatti denunciati e la vicinanza a chi ne è stato vittima e ai loro familiari. Quando a suo tempo si è avuto notizia dei fatti poi denunciati, l’Arcidiocesi di Genova, la Diocesi di Savona e l’Ordine Religioso hanno prontamente avviato la procedura canonica prevista in questi casi, informando il competente Dicastero Vaticano. Nei confronti del religioso sono stati presi da tempo i provvedimenti previsti dalla legge canonica e si è collaborato con le forze dell’ordine”. A questo proposito, secondo il censimento realizzato dall’Osservatorio Permanente della Rete L’Abuso e dall’associazione internazionale Eca Global (Ending ClergyAbuse), sono 164 i sacerdoti con condanna definitiva negli ultimi 15 anni. Il totale dei casi è di 418 preti pedofili, divisi in 88 anonimi, 166 denunciati e 164 condannati.