Genova – Nuova accusa di corruzione formalizzata la Procura di Genova nei confronti dell’ex numero uno dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, poi divenuto amministratore delegato d’Iren e silurato dalla multiutility dopo l’arresto, e dell’ex presidente di Ente Bacini nel capoluogo ligure, Mauro Vianello (nella foto). L’incarico nel mirino è quello da 200.000 euro che tra novembre e dicembre 2023 fu ratificato da Signorini, al tempo già manager Iren dov’era stato nominato con la sponsorizzazione di Marco Bucci e Giovanni Toti. La Finanza dall’esame dei computer sequestrati dopo gli arresti del 7 maggio scorso (Signorini era finito in carcere, Toti ai domiciliari così come il terminalista Aldo Spinelli e il capo di Gabinetto regionale Matteo Cozzani, mentre per Vianello era scattata un’interdizione) ha scoperto che poche settimane dopo il via libera alla collaborazione, sempre Vianello fatturò a Iren 120.000 euro, suddivisi in due tranche da 60.000 palanche l’una il gennaio e il 15 febbraio. Genova è ormai una città in putrefazione, basta guardare come vanno in giro le vigilesse in Via Fiasella, che è il centro del centro della città (foto a lato). E però il presidente dell’azienda Luca Dal Fabbro, sentito dai magistrati a giugno, ha ribadito che nei 6 mesi trascorsi fra la deliberazione dell’incarico e la retata, Vianello non ha prodotto nulla. Ecco quindi che i magistrati profilano un’ulteriore corruzione nel giro di favori incrociati tra Signorini e Vianello, e una delle ipotesi è che parte dei soldi dovesse essere restituita all’ex capo del porto, sempre in cerca di palanche. L’addebito per la consulenza potrebbe essere trasformato in appropriazione indebita. Vianello, oltre a essere al vertice di Ente Bacini era titolare al 54% di Santa Barbara Srl, azienda che si occupa di attività anti-incendio in porto. E in precedenza era già stato accusato d’aver corrotto Signorini in cambio dell’innalzamento a tavolino della tariffa oraria per chi avrebbe fruito dei servizi della società.