Red – La resurrezione, ovvero il concetto di ritorno alla vita dopo la morte, esiste da millenni. Sebbene la maggior parte di noi conosca questo concetto grazie al cristianesimo, esistono molti altri esempi di resurrezione che precedono quella di Cristo. Dall’antico Egitto fino alla mitologia nordica esistono numerosi esempi del ciclo vita-morte-rinascita.
Il motivo religioso della divinità che muore e risorge si ritrova in diverse tradizioni mitologiche: nell’antico Egitto, nell’antica Grecia, nell’antica Roma e nella mitologia nordica, per citarne alcune. Vediamo alcuni esempi.
Tammuz (nell’immagine), il dio della primavera e della fertilità della Mesopotamia, moriva ogni inverno e tornava in vita ogni primavera. La resurrezione di Tammuz era segnata nel calendario babilonese come Du’ûzu, o “Mese di Tammuz”.
Il quarto mese del calendario babilonese cadeva tra giugno e luglio del calendario gregoriano (quello utilizzato oggi dalla maggior parte del mondo). La resurrezione di Tammuz simboleggiava la rinascita e la natura ciclica delle stagioni.- Ade e Persefone. Il mito greco di Ade e Persefone è simile. In questo caso, Persefone, che era stata portata nel mondo degli inferi da Ade, avrebbe potuto trascorrere solo sei mesi all’anno nel cielo, cioè durante la primavera e l’estate.
- Jarylo. Anche Jarylo, il dio della vegetazione, della fertilità e della primavera nella mitologia slava, torna al mondo in primavera. Jarylo è un altro esempio di divinità vita-morte-rinascita.
Osiride (nell’immagine). Il dio egizio della vita, della fertilità e dell’agricoltura fu ucciso dal fratello Set. Iside imbalsamò i resti di Osiride, che risuscitò e divenne il dio degli inferi. L’imbalsamazione e la mummificazione nell’antico Egitto erano un tentativo di emulare l’esperienza di Osiride e, come tale, di raggiungere la vita eterna.
- Savitri e Satyavan. Anche la tradizione indù ha una storia di resurrezione. Gli amanti Savitri e Satyavan si sposarono, ma un anno dopo Satyavan morì. Savitri riuscì allora a ingannare Yamraj, il dio della morte, per riportare in vita Satyavan.
Bodhidharma (nell’immagine). La resurrezione è presente anche nella tradizione buddista. Un diplomatico cinese di nome Songyun stava attraversando le montagne del Pamir quando incrociò il monaco buddista Bodhidharma, che indossava una sola scarpa. Interrogato, Bodhidharma disse che stava tornando a casa in India e disse a Songyun di chiedere della scarpa mancante quando fosse arrivato a Shaolin. Quando Songyun arrivò e chiese spiegazioni ai monaci, fu arrestato per aver mentito. Si scoprì che Bodhidharma era morto anni prima e, quando i monaci aprirono la tomba di Bodhidharma, vi trovarono una sola scarpa. Bodhidharma era risorto dalla morte.
- Odino. Esempi di resurrezione si trovano anche nella mitologia norrena. Odino, il padre assoluto del paganesimo germanico, ha dovuto pagare un prezzo per il suo potere e la sua saggezza. Si sacrificò per accedere al potere e al significato delle rune. Si impiccò a un albero e si trafisse il corpo con una lancia. Il nono giorno rinacque con in dono la conoscenza delle rune.
Quetzalcóatl (nell’immagine). Quetzalcóatl è un dio serpente piumato dell’antica Mesoamerica. Questa importante divinità era venerata da diverse civiltà, tra cui gli Aztechi, i Maya e i Toltechi. In quasi tutte le tradizioni culturali si racconta di come Quetzalcóatl muoia e ritorni in vita.
- Aristea. Un altro esempio è la storia della resurrezione del poeta greco Aristea, che risale al VII secolo a.C.. Si racconta che Aristea morì, il suo corpo scomparve e tornò sette anni dopo.
- La Fenice. La leggenda della Fenice (e dei suoi analoghi) è presente in molte culture e tradizioni popolari, tra cui quelle dell’antica Grecia, dell’antico Egitto e della Persia. È un esempio da manuale di rinascita e resurrezione, in cui una nuova fenice sorge dalle ceneri di quella vecchia.
- Il figlio della vedova di Zarefath. Ci sono alcuni esempi di resurrezione nell’Antico Testamento. Uno di questi si trova in 1Re 17, 17-24, dove un ragazzo fu risuscitato dalla morte dopo che il profeta Elia aveva pregato Dio.
Il figlio della donna shunammita (nell’immagine). In 2Re 4:32-37 troviamo un’altra storia di risurrezione. Il profeta Eliseo riporta in vita il figlio della donna shunammita.
- L’uomo che toccò le ossa di Eliseo. Anche dopo la morte, il profeta Eliseo riuscì a resuscitare un uomo. L’uomo in questione fu gettato nella tomba di Eliseo e, quando toccò le ossa di Eliseo, risuscitò (2 Re 13:20-21).
- Gesù. La resurrezione di Gesù è l’esempio più popolare di rinascita dalla morte. La Bibbia la cita in numerosi versetti. Per quanto riguarda le prove, c’è il riferimento biblico che la tomba di Gesù era vuota e ci sono state numerose testimonianze oculari di Gesù dopo la sua resurrezione. In effetti, la resurrezione di Gesù è la chiave della dottrina del cristianesimo. In Giovanni 11:25-26 si legge: “Gesù le disse: “Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me vivrà, anche se muore; e chi vive credendo in me non morirà mai. Credi tu questo?”.
- Il figlio della vedova di Nain. Ci sono però altri esempi di resurrezione nel Nuovo Testamento. Uno di questi è quando Gesù resuscita il figlio di una vedova nella città di Nain. Secondo Luca 7:11-17, Gesù disse: “Giovanotto, io ti dico: alzati”. Il morto si alzò e cominciò a parlare e Gesù lo consegnò a sua madre”.
- La figlia di Giairo. Gesù resuscitò anche la figlia del capo della sinagoga Giairo. Luca 8:52-55 recita: “Tutti piangevano e facevano cordoglio per lei, ma egli disse: “Non piangete, perché non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano, sapendo che era morta. Ma, prendendola per mano, la chiamò dicendo: “Bambina, alzati”. Il suo spirito tornò e si alzò subito. Ed egli ordinò che le venisse dato qualcosa da mangiare”.
- Lazzaro. Anche la storia di come Gesù risuscitò Lazzaro di Betania quattro giorni dopo la sua morte è una storia popolare nella Bibbia. Quando Gesù gli disse di uscire dal sepolcro, “l’uomo che era morto uscì, con le mani e i piedi legati con strisce di lino e il volto avvolto in un panno. Gesù disse loro: “Slegatelo e lasciatelo andare”” (Giovanni 11:1-44).
- Santi a Gerusalemme. Gesù continuò a risuscitare persone dai morti, anche dopo essere risorto lui stesso. In Matteo 27:52-53 si legge: “Anche i sepolcri furono aperti. E molti corpi dei santi che si erano addormentati furono risuscitati e, usciti dai sepolcri dopo la sua resurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti”.
Tabitha. Secondo gli Atti 9:36-42, l’apostolo Pietro risuscitò dalla morte una discepola di nome Tabitha. Quando Pietro ordinò a Tabitha di alzarsi, “ella aprì gli occhi e, vedendo Pietro, si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare. Poi, chiamati i santi e le vedove, la presentò viva”.
- Eutichio. L’apostolo Paolo riuscì a riportare in vita un giovane di nome Eutichio, caduto da una finestra. Paolo scese, si chinò su di lui e, prendendolo in braccio, disse: “Non vi allarmate, perché la sua vita è in lui”. E quando Paolo salì, spezzò il pane e ne mangiò, conversò a lungo con loro, fino allo spuntare del giorno, e quindi partì. Ed essi portarono via il giovane vivo e furono non poco confortati” (Atti 20:7-12).
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Fonti: (Impara le religioni) (Storia) (Storia e titoli) (BeliefMap) (BibleGateway)