Milano (Federico Fossati)– Dopo i disagi estivi del Sempione all’orizzone si profila una serie di problemi come i lavori in territorio italiano, che per tre mesi hanno causato lo stop alla circolazione dei treni, che probabilmente riprenderanno nell’estate del 2025. E intanto si fanno più insistenti le richieste di trovare una soluzione alla galleria elicoidale che, sempre in territorio piemontese, rappresenta un “collo di bottiglia” per il traffico merci. Partiamo dal tema più recente: lo stop alla circolazione, per tutta l’estate, dei treni tra Arona e Domodossola, in Piemonte. La cosa si ripeterà anche nel 2025, dall’8 giugno al 27 luglio e dal 31 agosto al 12 settembre: così ha già comunicato Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, l’azienda pubblica che gestisce l’infrastruttura ferroviaria italiana) ai sindaci del lago Maggiore. Ironia della sorte: gli interventi sul suolo italiano rientrano tra quelli per cui la Confederazione ha messo a disposizione 134,50 milioni di euro, come stabilito nell’accordo siglato a Locarno il 3 settembre del 2020. Non è finita perché la galleria elicoidale rallenta il traffico merci tra Varzo e Iselle di Trasquera, che si trova in territorio italiano poco prima dell’imbocco del tunnel internazionale. Costruita all’inizio del secolo scorso per guadagnare quota e superare l’importante dislivello (tra le due località vi sono più di cinquanta metri) si scelse di scavare un tunnel dalla traiettoria circolare. Quel capolavoro dell’ingegneria, lungo poco meno di tre chilometri, oggi però rappresenta un punto debole, sia per il trasporto passeggeri che per quello merci, perché costringe i convogli a rallentare. Intanto mancano all’appello 26 milioni di contributi italiani per la manutenzione. In ballo c’è il rinnovo della concessione per la gestione della galleria. Sul fronte piemontese parla l’ossolano Alberto Preioni (nella foto a lato), sottosegretario alla presidenza della Regione Piemonte che ammette il fallimento italiano: “l’elicoidale è un imbuto” e annuncia la volontà di partecipare, con capofila l’associazione elvetica OuestRail, “al bando Interreg Italia-Svizzera per arrivare alla ridefinizione dei costi” d’un “un progetto del 2005 che prevedeva una nuova galleria di base per bypassare l’elicoidale”. L’intenzione è di “reperire le risorse necessarie ad avere un progetto preliminare”, consci che il progetto esistente “ha vent’anni e va rivisto” e che “spannometricamente oggi potrebbe costare un miliardo di euro”.
“In autunno organizzeremo un incontro con Ferrovie dello Stato per capire se il progetto potrà venire messo in cantiere. Fino al 2026 le grandi opere in Italia sono già al completo – frena Preioni, che nei mesi scorsi si è confrontato sul tema anche con il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi –, ma da lì in poi se ne può parlare. Una volta finito il Terzo Valico e altre grandi opere come la Gronda di Genova, ci saranno dieci o quindicimila operai che non saranno più impegnati. Sarà importante avere progetti strategici da portare avanti”.