Milano – Mentre ad Acqui litigano da quarant’anni per le Terme (agli snob di Acqui sono rimaste solo quelle), a Milano lavorano. Entro la primavera del 2025 sarà inaugurato il più grande parco termale metropolitano d’Europa. I milanesi e i turisti potranno rigenerarsi tra saune, hammam, bagno turco e massaggi. Il delizioso complesso in stile Liberty delle ex scuderie De Montel in zona San Siro realizzato nel 1921 su progetto dell’archistar dei tempi Vietti Violi, all’angolo tra via Achille e via Fetonte vicino allo Stadio Meazza, si sta trasformando nel primo vero centro termale milanese. Rispetto a quelle di Porta Romana, queste terme sono infatti alimentate dall’unica fonte termale della città a 396 metri di profondità, ripristinata nel 2007 e che ha portato all’idea di riqualificare il complesso degradato per convertirlo in polo termale. La struttura ha una superficie di 16.000 mq, di cui di 6.000 al coperto e 10.000 tra corte e aree verdi attrezzate, interamente dedicati al relax e al benessere, 10 vasche, 16 sale massaggi e 4 saune, per una presenza massima in contemporanea prevista di 700 persone.
Questi i numeri dell’area del De Montel – Terme Milano:
- 5.450 mq di spazi interni
- 10.000 mq di spazi esterni, di cui 8.000 di parco
- 1 corte esterna
- 1 sorgente di acqua termale
- 10 vasche
- 16 sale massaggi
- 9 aree relax
- 4 saune
- 1 bagno di vapore
- 1 hammam
- 1 ristorante bistrot
- 1 caffetteria
- 1 bar lounge
- 1 garden bar
- 3500 nuovi alberi piantati nella corte e nel parco interno
Si prevedono poi 230 nuovi alberi piantati all’anno per 10 anni nelle zone circostanti e una stazione di bike sharing. Inoltre, grazie alle zero emissioni di CO2, sarà anche uno dei primi centri termali green d’Europa.
Rispetto al precedente annuncio di apertura per il Natale del 2024, l’inaugurazione è stata posticipata: dovrebbe avere luogo nella tarda primavera 2025, non prima della fine del mese di aprile. Queste le immagini sullo stato di avanzamento del progetto.
Splendida la struttura a semicerchio, con vista sul parco interno circondato dall’edificio, e lo spazio dedicato agli idromassaggi delimitata dal muretto bianco. Presente anche una vasca del sale, dove si galleggia come nell’acqua del Mar Morto.
Le cuspidi, i pennacchi, la trabeazione, le modanature e gli abbaini sono stati restaurati, mentre quelli andati distrutti sono stati integralmente ricostruiti usando il materiale originale compreso un legante d’impasto recuperato a Grenoble, lo stesso degli abbaini della Galleria Vittorio Emanuele di Milano.
Tutte le architetture originarie sono state preservate, sotto il controllo costante della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio, in particolare i dettagli artistici dell’epoca, e per creare un effetto di grande suggestione. Tra questi troviamo: fregi in varia cromia, le colonne del chiostro centrale con capitelli e basamenti annessi, i cornicioni e le gronde a cassettoni.
Le colonne originali sono state preservate e restaurate ma, per consentire la funzionalità della struttura e scongiurare cedimenti del piano sovrastante, sono state affiancate da colonne di acciaio ricoperte.
Il corpo d’ingresso antistante è destinato all’accoglienza e si manifesta con una cascata d’acqua che introduce l’ampio chiostro centrale composto da un giardino sensoriale ricco di fiori, aromi, percorsi di vario cromatismo che offre sensazioni di benessere con la complicità delle diverse piscine d’acqua.
Nella corte esterna sono previste cinque grandi vasche di acqua termale, di cui una grande piscina semicircolare davanti alla facciata con fontane a giochi d’acqua e tre piscine dedicate alla balneoterapia. L’acqua avrà una temperatura che varia dai 22 ai 38 gradi in base alla tipologia di esperienza scelta. Il parco ha un disegno di cavea, a ricordare un teatro greco, per un totale di 800 metri cubi di acqua e organizzato su diversi livelli.
Si aggiunge poi una una specie di Pantheon, la struttura in fondo al centro delle ultime due immagini, a forma di cupola ricoperta di verde e con un buco al centro. La struttura non sarà però pronta prima del 2026.
Foto di Fabio Marcomin