Alessandria – La sezione disciplinare del Csm ha rimosso il giudice Giuseppe Bersani – giunto sei anni fa alla sezione civile del Tribunale di Alessandria – per non essersi astenuto nella scelta di curatori fallimentari nonostante legami di amicizia, procurandosi, secondo l’accusa, un ingiusto profitto costituito dai vantaggi patrimoniali, quando era in servizio al Tribunale di Piacenza nella funzione di componente del collegio del Tribunale Fallimentare. Nel capo d’incolpazione – come scrive l’Agi – è richiamata parte della sua vicenda penale chiusa col patteggiamento alla pena (sospesa) di 8 mesi davanti al gip di Ancona per il reato di abuso d’ufficio. Nonostante la riforma che abroga questo reato permetta di chiedere la revoca della sentenza, Palazzo dei Marescialli ha deciso comunque di “espellere” Bersani per la lunga sequela di illeciti dal punto di vista disciplinare ritenuta tale da “lederne l’immagine di magistrato”. I fatti contestati risalgono al periodo che va dal marzo 2014 al maggio 2017 per cui a Giuseppe Bersani sono contestati illeciti e favori ad avvocati suoi amici. Tra i comportamenti illeciti contestati, la mancata astensione da componente del giudice fallimentare di Piacenza quando propose “la nomina, poi ratificata, come curatori fallimentari – si legge nella motivazione – di due avvocati suoi amici”, l’avvocato Virgilio Sallorenzo e sua moglie l’avvocata Marina Bottazzi. In cambio avrebbe ricevuto come “utilità” la nomina di consulente legale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della propria moglie, l’avvocato Sabrina Fermi su proposta dello stesso Sallorenzo. Ma il Csm contesta pure il fatto che, da giudice a Piacenza, avrebbe costretto l’azionista di maggioranza di una società a versare 550.000 euro all’avvocato Corrado Schiaffonati, suo amico.