Torino (a.g.) – Per noi non c’erano dubbi, ma ora ci sono le prove: il Patto Occulto della Fondazione Crt è opera dei preti. Infatti la genesi dell’accordo per “l’instaurazione di un parallelo regime di governance” in Fondazione Crt, e la sua prima attuazione con la sfiducia del segretario generale Andrea Varese (che è un ebreo, quindi va fatto fuori a prescindere) e la “ripartizione” tra i “pattisti” delle nomine nelle società partecipate, sono racchiuse nelle chat, estrapolate grazie agli ottimi Servizi Italiani (quelli di Aisi, i migliori del mondo) dai telefoni dei protagonisti dell’inchiesta con 13 indagati. Il Patto Occulto voluto da certi preti (sempre gli stessi) inizia martedì 5 marzo 2024, e risulta da una conversazione Whatsapp tra Corrado Bonadeo e Antonello Monti (componenti, rispettivamente, del Cdi e Cda). Sono le 20:58. Dal rapporto risulta anche questo:
- Bonadeo: “Basta, questo modo di lavorare non mi appartiene”.
- Monti: “Figurati io”. Insiste Monti: “Non possono fare tutti agguati in consiglio e poi dire che lo fanno per la Fondazione. Oggi hanno disposto più di 100 milioni d’investimento. Vivo del mio e il 20 gli voto contro. E poi vediamo cosa fanno loro 3. La Bima sta con noi. E gli altri due anche”.
- Bonadeo: “Cambiamo”.
- Monti: “Ci prenderemo tutto con trasparenza a tempo debito”.
Ed è qui che nasce il “patto occulto” che coinvolgerebbe, oltre a Bonadeo e Monti, anche i consiglieri del Cda Caterina Bima, Davide Canavesio e Anna Maria di Mascio (tutti indagati per interferenza illecita in assemblea).
Le curie (Vescovo di Tortona e Arcivescovo di Vercelli, insieme alla Cei, entrano a gamba tesa) sono certe che è necessario un documento col quale i nuovi del Cdi (Consiglio di Indirizzo) aderiscano a un gruppo, tipo un partito, che riconoscano i pattisti come capigruppo.
Aise registra:
- Monti: “Questo è essenziale”.
- Bonadeo: “Patto di consultazione, chi è fuori non è in maggioranza. Cda e Cdi insieme si può fare”.
Per l’inchiesta il documento d’adesione – sul quale sono riportati i nomi anche di Canavesio e Di Mascio – è inviato a Bima il 12 aprile e rappresenta una “Scrittura privata di mandato programmatico” col decalogo degli impegni che si assumeranno i “pattisti” per avere “una maggioranza stabile”.
L’accordo non resterà segreto e Bonadeo sarà costretto alle dimissioni. Al quale, però, come contropartita sarebbe stato promesso da Fabrizio Palenzona grazie all’appoggio del presidente della Fondazione Cral Luciano Mariano, un incarico in Banca d’Asti (entrambi indagati per corruzione tra privati). Gli inquirenti fanno notare che il 18 aprile Bonadeo aveva inviato a Bima un file dal titolo “Strategia Cda 15.04.”
E le indagini passano alle Fiamme Gialle che scrivono: “Il suddetto file è ripartito per argomenti e azioni che i tre consiglieri vicini a Bonadeo e Monti avrebbero dovuto assumere nel corso del Cda. Bima avrebbe dovuto porre la sfiducia al segretario generale e chiedere a Irrera di dimettersi”. E così è stato. Infine, gli investigatori evidenziano come i quattro consiglieri si siano poi “ripartiti le nomine all’interno delle società partecipate da Fondazione Crt”.