Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e, mio malgrado, devo occuparmi della Sanità in terra mandrogna. Perché, oltre allo scandaloso sperpero di milioni di euro per acquistare quattro marchingegni del tutto inutili per l’ospedale di Alessandrira, c’è pure la questione del terreno su cui edificare il nuovo polo ospedaliero (che non serve a un tubo perché l’ospedale c’è già e in battibaleno può essere raddoppiato), che deve essere acquistato come precondizione, insieme alla validazione del progetto da parte dell’Inail, perché l’istituto avvii le procedure di gara per affidare la costruzione. Cioè, in poche parole siamo al ricatto bell’è buono: o mangi la minestra o salti la finestra. Un iter che l’assessore Federico Riboldi dà come assodato anche se nell’azienda ospedaliera universitaria diretta da Valter Alpe c’è ancora quella proposta di partneriato che, fino a oggi, nessuno ha formalmente respinto, tantomeno cancellata. Del resto un conto sono gli annunci, altro sono gli atti formali, anche se il rischio o il costume di confondere i primi coi secondi appare sempre più concreto. Tutto ciò in fibrillante attesa che si faccia o meno il nuovo ospedale in area golenale che, oltre ad essere un pericolo pubblico, non serve a un tubo perché l’ospedale ad Alessandria c’è già (immagine a destra).
E io pago.