Novi Ligure (AL) – Ne parlano tutti; a parole la vogliono acquistare in dieci: tre per tutto il gruppo, sette per singole parti. Alla fine, venerdì sul tavolo dei tre commissari dell’ex-Ilva, sono arrivate tre offerte straniere che puntano ad acquisire il gruppo nella sua integrità (l’azera Baku Steel, l’indiana Jindal Steel e l’americana Bedrock) e sette italiane che mirano ai singoli impianti: quattro sono arrivate da Eusider, I.M.C., Marcegaglia e Vitali. Tre sono in cordata, la prima composta da Car Segnaletica Stradale, Monge & C. e Trans Isole; la seconda da Eusider con Marcegaglia Steel e Profilmec; la terza da Marcegaglia Steel con Sideralba. Ora inizia la fase di studio dei dossier, con un’istruttoria che porterà a una relazione finale da presentare al governo. L’obiettivo resta quello di cedere il gruppo nella sua interezza, ma tutto dipenderà dal piano industriale, con un progetto che punti a un gruppo decarbonizzato, con investimenti, ma anche tutela dell’occupazione. Mentre si parla la situazione è drammatica con quasi tremila lavoratori in cassa integrazione, produzione al minimo storico, impianti fermi e l’appalto in forte difficoltà col ritardo dei pagamenti e degli stipendi dei lavoratori da mesi.
Per la vendita dell’ex-Ilva solo chiacchiere e tanta confusione
