Milano – La somiglianza c’è, il truffatore (nella foto) che ingannava le vittime è la fotocopia del Ministro della Difesa. Tutto il denaro era richiesto sfruttando il recente caso di Cecilia Sala, serviva quindi per liberare giornalisti rapiti in Medio Oriente, in Iran o in Siria. Il modus operandi della banda era sempre lo stesso: una prima chiamata dalla segreteria, seguita da quella del finto ministro con una voce camuffata e poi i contatti con presunti generali e collaboratori, fino all’invio di denaro da parte delle vittime ignare. È lo stesso ministro Crosetto a ricostruire quanto accaduto in un lungo post, parole che servono anche per mettere in allarme altre potenziali vittimeLa procura di Milano ha aperto una indagine per truffa aggravata dal danno di rilevante entità: è stata, infatti, scoperta in queste ore una maxi truffa a danno di vari imprenditori e messa a segno usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto. L’inchiesta, coordinata dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo, è partita dalla denuncia di un imprenditore milanese. Come riporta Ansa, al momento agli atti c’è solo quella querela ma un’altra, pare, sia in arrivo e nel frattempo, anche attraverso i canali delle banche centrali, si sta cercando di congelare quei soldi già bonificati all’estero, tra Inghilterra, Olanda, Hong Kong e non solo. Secondo quanto è stato ricostruito, anche dal ministro stesso, a professionisti e imprenditori noti e facoltosi – si parla di una decina di vittime – sarebbero stati chiesti dei soldi, richieste per centinaia di migliaia di euro, fino ad arrivare anche ad un milione, fatte a nome di Crosetto e a cui era facile abboccare poiché le chiamate provenivano da un numero plausibile. Probabilmente un numero clonato.
In nome del ministro Crosetto hanno truffato decine di imprenditori
