Asti – È un po’ come è stato per la Pernigotti di Novi, il cui marchio oggi è della Walcor di Pozzaglio (Cremona) controllata dalla JP Morgan, ma gli esuberi sono rimasti a Novi e senza lavoro, eccetto una ventina che tengono in piedi il vecchio stabilimento di Viale Rimembranza, mentre resta chiuso il deposito della Barbellotta (vero signor Crocco?). La stessa cosa si ripete per la Conbipel di Cocconato d’Asti (139 dipendenti in sede e 1200 nei vari negozi) che sarà “salvata” (il marchio) da una cordata lombarda. Per la proposta vincolante d’acquisto ufficializzata giovedì al Ministero delle imprese e del made in Italy s’è fatta avanti la Newco posseduta in maggioranza dalle aziende lombarde Euroseta Fashion Srl di Como e dalla Mabe di Lusiago. La quota di minoranza della nuova società resta in capo a Invitalia che conferma la sottoscrizione del 49% delle azioni. Al Tribunale di Asti spetta ora il parere definitivo sull’operazione. L’ingresso della nuova proprietà, che ha come punto di riferimento l’imprenditore Andrea Turati, è programmato per l’inizio di aprile, ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti, in primis il destino degli esuberi. Saranno chiusi anche molti negozi col marchio Conbipel, ma se ne salveranno 88 a gestione diretta e altri 17 in franchaising. In totale si parla di 30 chiusure. I punti vendita erano 167 nell’agosto del 2022 quando la società in amministrazione straordinaria, con l’avvallo del Mimit, è passata alla Btx Italian Retail and Brand controllata al 51% dal fondo d’investimento Grow Capital di Singapore e per la parte restante dal Fondo Salva Imprese di Invitalia. È già stata aperta una procedura di cassa integrazione straordinaria che, in via cautelativa, potrà interessare complessivamente fino all’80% dell’organico (circa 1200 addetti tra sede centrale e negozi).
Il rilancio di Conbipel passa dalla Lombardia ma resta il problema degli esuberi
