Alessandria – Occorre una premessa. Pur di evitare danni economici milionari e licenziamenti, qui da noi fanno diventare i consorzi di Comuni – che sono Enti pubblici – in società private i cui soci sono i Comuni stessi come la Comuni Riuniti BM Srl. La sedicente Comuni Riuniti BM Srl raggruppa, non in un consorzio pubblico ma in una persona giuridica come la Società a Responsabilità Limitata, i Comuni di:
- Belforte Monferrato,
- Bosio,
- Casaleggio Boiro,
- Casalnoceto,
- Fresonara,
- Lerma,
- Montaldeo,
- Mornese,
- Sardigliano,
- Tagliolo Monferrato,
- Villalvernia,
- Volpeglino.
È un autentico mostro giuridico ma ad alcuni nostri politici va bene così perché vogliono aggirare la legge che vieta alle società (persone giuridiche) di fornire beni pubblici come l’acqua – che è gratis perché il destino ce ne ha regalato in abbondanza. Così sarebbe per la fantomatica Società Consortile composta da tutte le società “pubbliche” che si occupano di idrico come Amag Reti idriche, Comuni Riuniti Belforte Monferrato, Valleorba Depurazione e a breve anche il socio pubblico che rappresenti l’area novese e tortonese (Amias srl o magari una Gestione Acqua che liquida Voghera e Iren). Dipende dalle decisioni del sindaco di Novi Rocchino Muliere. Tuttavia (ma se dai il volante di un pullman in mano a uno che non ha la patente sicuramente va fuori strada) non si tiene conto che i beni pubblici sono l’insieme di mezzi di cui si serve la pubblica amministrazione per perseguire l’interesse pubblico, in base alle norme vigenti in materia di finanza, contabilità dello Stato e procedimenti amministrativi. Rientrano nella categoria dei beni di interesse pubblico per l’art. 1 del R.D. n. 2440/1923 quelli che appartengono esclusivamente allo Stato o agli enti pubblici. L’art. 42 della Costituzione, indica due generi di proprietà per cui i beni possono appartenere a soggetti sia pubblici che privati a seconda che siano riferiti a beni demaniali o beni patrimoniali, laddove i beni demaniali sono inalienabili, imprescrittibili, non suscettibili di usucapione né di espropriazione forzata e non possono essere oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano (attraverso concessioni), comprendono le cose che appartengono agli enti pubblici territoriali e sono tassativamente individuati e suddivisi in due ulteriori categorie.
Devono appartenere interamente all’ente pubblico:
- il demanio marittimo (lido del mare, spiaggia, rade, porti, lagune, fari e altre installazioni costiere per la navigazione),
- il demanio idrico (fiumi, torrenti, laghi, sorgenti e tutte le acque sotterranee e superficiali ancorché non estratte dal sottosuolo; acqua),
- il demanio militare (beni destinati alla difesa nazionale, per es., fortificazioni militari).
Tuttavia, preso atto che le concessioni nell’ambito alessandrino sono da ritenersi scadute al 31/12/2022, grazie a Egato6, un consorzio unico totalmente pubblico, si potrà affidare la concessione unica direttamente in house. Ci si mette una pezza per regolarizzare il casino che hanno combinato quei fenomeni di certi sindaci con le loro giunte.
Sarà sanata (si fa per dire, ma il volenteroso Presidente di Egato6 Giacomo Perocchio più di così non può fare) la situazione e l’ambito potrà sbloccare ingenti milioni di euro Pnrr e Pniissi. I dipendenti potranno avere stabilità e garanzie e gli utenti, grazie ad un soggetto unico, potranno sperare in una riduzione dei costi in tariffa. Adesso chi è all’angolo e deve decidere cosa fare è il povero Muliere: il sindaco di Novi, dopo i disastri fatti da D’Ascenzi, dovrà avere la forza di imporsi col management di Acos e decidere se entrare nel consorzio pubblico tramite Amias o liquidando i privati e Voghera. Novi non può andare avanti da sola a fare continui ricorsi contro Egato6, Mit, Arera e le altre società. Per questo Rocchino Muliere deve decidersi se non vuole restare con un pugno di mosche.