Genova (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta mi devo occupare dei sogni di qualche politico che si ostina a voler spendere i soldi dei contribuenti per un’opera che non funzionerà. Senza contare la logistica se la produce benissimo il privato come ha fatto Amazon qui da noi. Fa prima, spende dieci volte meno ed è migliore di quella pubblica. Biente, ieri a Genova si è insediato l’ennesimo “Comitato di Indirizzo” per lo sviluppo logistico e industriale del Nord Ovest volto ad “attrarre investimenti, semplificare le procedure e rafforzare le integrazioni tra il sistema portuale della Liguria e il tessuto produttivo piemontese”. Alla riunione erano presenti Enrico Bussalino (nella foto) assessore regionale del Piemonte ad Autonomia, Sicurezza e polizia locale, Immigrazione, Logistica e infrastrutture strategiche, Enti locali, il consigliere delegato allo Sviluppo Economico della Liguria (?), Alessio Piana, e i vertici dell’Autorità del Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale e delle altre istituzioni. Al cronista non sfugge che questa sia stata una chiacchierata per l’ennesima cattedrale nel deserto che costa un sacco di soldi (nostri) e non funzionerà mai se non si rende competitivo il Porto di Genova (che non funziona) e non si finisce l’eterno Terzo Valico (che sarà finito – se mai si finirà – tra dieci anni, anche se i migliori geologi consigliano di lasciar perdere perché ci sono problemi geologici molto complessi, se non insormontabili). Nel perimetro della nuova (c’è già!) Zona logistica semplificata (ZLS) del “Porto e Retroporto di Genova”, sono compresi (ma c’erano già prima) anche sette aree retroportuali alessandrine: Alessandria, Rivalta Scrivia, Tortona, Arquata Scrivia, Novi – San Bovo, Castellazzo, Ovada e Belforte. Di fatto, 2.141 ettari alle spalle delle importanti banchine genovesi, all’interno dei quali saranno previste, per le aziende insediate e per quelle che arriveranno, agevolazioni economiche e semplificazioni amministrative.
E io pago.