Cocconato d’Asti (AT) – Dopo l’acquisizione dell’ex magazzino Conbipel di Cocconato d’Asti del novembre 2023 dal gruppo Dhl Supply Chain Italia, un’ottantina di lavoratori rischiano il posto. e altri 24 posti potenzialmente a rischio. In crisi lo storico gruppo dell’abbigliamento e, di conseguenza, il fornitore dei servizi di logistica incaricato di distribuire i capi nei negozi di tutta Italia. Ieri mattina in Prefettura nell’incontro tra sindacati, e azienda, convocato dal viceprefetto vicario Roberta Di Silvestro ha visto partecipi Laura Pepe Sciarria della segreteria Filcams Cgil di Asti con il collega Francesco Imburgia a capo della Filt Cgil Piemonte, insieme a Francesco Di Martino, segretario della Uitucs, e Gerardo Migliaccio della Uil Trasporti Piemonte. Non erano presenti al tavolo i rappresentanti di Dhl e Arcadia in quanto s’è scelto di ascoltare in prima battuta i sindacati per raccogliere le criticità sotto il profilo occupazionale. Il principale nodo da sciogliere riguarda i rapporti tra Dhl Supply Chain e la proprietà di Conbipel, vecchia e nuova. Quando a fine 2023 il magazzino con i suoi 54 addetti è passato alla società di logistica, il piano annunciato parlava di milioni di investimenti ma le speranze sono svanite nell’arco delle poche stagioni firmate dalla Btx Italian Retail e Brand, che ha fallito nell’obiettivo del rilancio, cumulando debiti. La Newco Arcadia – che le è subentrata grazie alla composizione negoziata di crisi approvata dal Tribunale di Asti – per ora non ha rinnovato l’accordo con Dhl che da gennaio ha sospeso l’attività per Conbipel. 54 addetti sono stati destinati ad altre sedi, da Novara a Biandrate, ma questa situazione non è sostenibile a lungo né per i lavoratori né per l’azienda che copre pesanti trasferte: se salta commessa con Conbipel ci saranno da subito 30 esuberi. Arcadia è governata al 51% dalle aziende lombarde Euroseta Fashion di Como e Mabe di Lusiago che fanno capo alla famiglia Turati. Invitalia (l’Agenzia per lo sviluppo del ministero delle Imprese e del Made in Italy) ha confermato la sottoscrizione del 49% delle azioni. Intanto alla sede di Cocconato è già partita la Cassa integrazione per 117 dipendenti per un 40-45% del monte orario.
Alla Conbipel, dopo la cessione ai cinesi, rischiano di perdere il lavoro un’ottantina di dipendenti
