La Spezia – L’altro ieri, martedì 27 maggio, il Tribunale di La Spezia ha condannato l’Arsenale Militare Marittimo a risarcire con ben 700.000 euro gli eredi di un ex dipendente del cantiere (due figli in vita e la loro madre deceduta) morto a 92 anni, quindi ad un’età piuttosto avanzata, certificata anche dal fatto che i dati Istat dicono che l’aspettativa di vita degli italiani è tra gli 80 e gli 81 anni. Tuttavia. L’anziano è deceduto nel 2022 e in passato aveva prestato servizio all’Arsenale militare della Spezia fra il 1961 e il 1989, dapprima con mansioni di congegnatore e aggiustatore e poi, dal 1977, come montatore di macchine. In particolare addetto al bilanciamento e alla costruzione di nuove eliche di ghisa, acciaio e bronzo. Per i figli il decesso del padre era stato causato da asbestosi contratta per l’esposizione alle fibre di amianto. Per i Ministero non ci sdarebbe nesso causale per mancanza di prova dell’esposizione in quanto era deceduto per un malore e che aveva raggiunto l’età ragguardevole di 92 anni. Invece il consulente del tribunale ha detto che l’asbestosi si è manifestata nel 2016, mentre i primi disturbi respiratori risalgono al 1955 quando l’uomo aveva 25 anni ed è stato ricoverato per circa due mesi in conseguenza di un episodio di pleurite. L’uomo chiese e ottenne il riconoscimento all’Inail per un indennizzo che fu concesso. IL nesso causale sta nel fatto che vi fu una lunga esposisione a fibre di amianto in quanto la vittima, da giovanissimo, lavorò nelle demolizioni navali e poi su navi passeggere come motorista e ancora addetto di fonderia prima di essere assunto in Arsenale.
Muore a 92 anni anche a causa dell’amianto: eredi risarciti con 700.000 euro
