Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta il direttore Guenna mi ha incaricato di commentare la firma-capestro che i nostri rappresentanti regionali hanno apposto su un ferale documento a Roma in merito alla realizzazione di ben sette (?) ospedali nuovi in Piemonte. Registriamo con alcune perplessità il trionfale annuncio del Presidente della Regione Alberto Cirio – evidentemente l’Assessore alla Sanità Riboldi non conta molto, dato che, e non è la prima volta, è regolarmente scavalcato sui temi politici dal nostro Ceausescu locale – come è successo per l’accordo con l’Inail (l’Ente che si occupa della sicurezza dei lavoratori dal punto di vista economico) che finanzia per due miliardi la costruzione di sette nuovi Ospedali in Piemonte.
Poniamo alcune semplici domande di merito, quelle che i giornaloni illeggibili, sempre proni al padrone di turno, non fanno:
- la copertura finanziaria per la costruzione di questa nuova rete ospedaliera piemontese supera ovviamente il pur generoso contributo dello Stato e sarebbe interessante sapere da Cirio (o da Riboldi) come saranno coperte le spese per i mutui che dovranno essere accesi per la differenza, dato che la Regione ha un deficit strutturale di circa 500 milioni di euro all’anno… proprio per la Sanità, per un debito di circa 5 miliardi di Euro (cioè: è sostanzialmente fallita);
- come si pensa di coprire le spese per l’attuale rete ospedaliera (che bene o male funziona e salva la vita a migliaia di cittadini all’anno che non hanno i soldi per affidarsi al privato) e che per circa dieci anni, a essere ottimisti (ricordiamoci la vicenda dell’Ospedale di Asti , gli arresti, gli scandali e tutto il resto) dovrà continuare a funzionare e che, per lo più (in primis l’ottimo Ospedale di Alessandria) ha necessità di macchinari nuovi di aggiornamento delle camere operatorie e di manutenzione;
- come risolvere la contraddizione – e qui veniamo alla nostra provincia – fra la bozza regionale di piano Sanitario per il prossimo quinquennio che parla di razionalizzazione dei Pronto Soccorso accentrando con nuovi interventi tutte le risorse sul Dea di Alessandria in quanto gli altri di Novi, Tortona e Acqui non hanno attività sufficiente e la sua progressiva smobilitazione a favore del mitico nuovo ospedale che dovrebbe sorgere in zona Galimberti e di cui il Comune, quindi del povero Sindaco che forse non sa che la responsabilità della politica locale sulla salute è la sua;
- l’ultima domanda, la più dura e severa: in un mondo che va verso l’intelligenza artificiale e in cui ricerca e robotica sono i punti forti della nuova medicina, vale la pena investire in muri e non in tecnologia?
Cerchiamo come Diogene la verità, quella forse non la troveremo, ma il cui prodest di questa folle operazione in un Piemonte con 92 ospedali senza medici, infermieri e attrezzature, forse lo scopriremo.
Intanto io pago.