di Giusto Buroni – I treni green della Bassa Sassonia (Germania) si sono rivelati un “flop”. Il servizio passeggeri (progetto pilota) inaugurato nel 2022 è in grave difficoltà operativa: produrre e gestire “idrogeno verde” richiede investimenti elevati e infrastrutture complesse. La ferrovia regionale che aveva promosso il progetto ha deciso di puntare sui treni a batteria, più economici e facili da integrare nella rete esistente. Il progetto fallito (da 500 Milioni) è lo stesso previsto per la Val Camonica (400 Milioni dal PNRR) e il fallimento peserà soprattutto sul costruttore dei treni Coradia Alstom, che dovrà rivedere le previsioni di vendita. Le stesse difficoltà si presenteranno nel Baden-Wuttenberg e in altre regioni tedesche dove i treni a diesel saranno sostituiti da treni a batteria, perché quelli a idrogeno hanno: costi operativi elevati, frequenti guasti alle celle a combustibile, rifornimento (di idrogeno) più lento e infrastrutture per la ricarica/rifornimento più complicate (anche pericolose). E per la Valcamonica, se si insisterà con l’idrogeno, il costo del combustibile sarà ancor meno conveniente che in Germania, perché sarà prodotto in minor quantità da almeno tre imprese, e a partire dal metano invece che dagli scarti di industrie chimiche come avviene in Germania.
L’ennesimo fallimento dell’idrogeno nel settore trasporti
