Genova – Potrebbe trasformarsi in un fascicolo per omicidio colposo l’indagine conoscitiva sulla morte di Francesca Tuscano (nella foto), l’insegnante di 32 anni di Genova morta domenica con sintomi di trombosi cerebrale dopo che il 22 marzo era stata sottoposta al vaccino AstraZeneca.
Oggi è previsto un vertice in Procura ma al momento non si pensa a nessuna ipotesi di reato prematura, senza iscrizioni preventive nel registro degli indagati. Del caso si occupano i magistrati del pool tutela salute, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Pinto.
Per cercare di far luce sulla vicenda sarà in primis eseguita l’autopsia: l’incarico verrà assegnato con ogni probabilità oggi, al termine del vertice fra i pm che del gruppo sanità fanno parte, al massimo mercoledì, con annessa acquisizione della cartella per ricostruire nel dettaglio sia il quadro clinico della giovane prima dell’iniezione, sia la progressione del suo stato di salute dalla somministrazione della dose in avanti.
Il caso sospetto era stato comunicato dalla direzione sanitaria del policlinico San Martino di Genova, sabato pomeriggio. La giovane insegnante aveva ricevuto il siero il mattino di lunedì 22 marzo ed era stata inserita negli elenchi del personale universitario da mettere in sicurezza.
Inizialmente non aveva avuto sintomi a parte un po’ di stanchezza alla sera poi sparita il giorno dopo. Venerdì 3 aprile la situazione era invece precipitata quando la Tuscano aveva accusato sintomi molto forti, in particolare cefalea e nausea. Sabato, intorno a mezzogiorno, l’ulteriore peggioramento: la giovane donna aveva perso conoscenza ed era stata ricoverata in Rianimazione al San Martino. Nel dare l’allarme i genitori avevano spiegato che in precedenza la figlia aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca, perciò le autorità sanitarie liguri hanno informato la sezione dedicata alla farmacovigilanza dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Al momento, ed è rimarcato pure in ambienti giudiziari, non è possibile correlare la vaccinazione al decesso così come anche l’uso della pillola anticoncezionale come potenziale concausa insieme al siero, allo stato, non ha fondamento scientifico.
Su questo punto è intervenuto Angelo Gratarola, responsabile regionale per l’Emergenza, che ha dichiarato che “l’utilizzo di estroprogestinici può tendenzialmente aumentare il rischio di trombosi, ma si parla di numeri davvero molto bassi. Milioni di donne usano questi medicinali nel mondo e soprattutto nessun tipo di vaccino, da AstraZeneca a Pfizer a Moderna, ha controindicazioni rispetto all’impiego degli stessi estroprogestinici. Per quanto riguarda poi AstraZeneca – aveva aggiunto – è bene ricordare che non c’è alcuna controindicazione: il nostro compito è segnalare alla farmacovigilanza le situazioni che vanno approfondite”.
Ha invitato alla cautela Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria: “Prima di tutto un abbraccio alla famiglia, che subisce un dolore incredibile. Si stanno svolgendo le verifiche delle autorità e su AstraZeneca è in corso una discussione. Rilevo che sono state vaccinate decine di milioni di europei con quel siero, gli eventi nocivi sono molto limitati e non sappiamo se sono correlati alla somministrazione. Si sono espresse le agenzie del farmaco e dobbiamo avere fiducia nella scienza”.
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