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PRIMO PIANO

Invece di buttare dalla finestra i nostri soldi per un ospedale che non serve, bisognerebbe assumere nuovi medici e nuovi infermieri

13 Marzo 2023 admin_AG PRIMO PIANO 190

Invece di buttare dalla finestra i nostri soldi per un ospedale che non serve, bisognerebbe assumere  nuovi medici e nuovi infermieri

Andrea Guenna – La sfrontatezza dei politici come al solito non ha limiti. Le cambiali in scadenza si devono pagare altrimenti è finita e sarei curioso di sapere quali siano e di chi siano (la ‘Ndrangheta?) stavolta le cambiali che i politici devono onorare costretti a dire che ad Alessandria c’è bisogno di un nuovo ospedale per una spesa che si aggira sul mezzo milione di euro (se va bene), che paghiamo noi contribuenti. La signora Pina di Quargnento mi ha detto che se si mettono le mani nella farina diventano bianche. E se si parla di circa cinquecentomila euro per un ospedale che non serve è del tutto evidente che qualcosa resta attaccato alle dita. Tutto il mondo sa che la Sanità piemontese è alla canna del gas ma, invece di correre ai ripari garantendo il servizio sanitario a chi ne ha bisogno, si aprono dei cantieri. Invece dell’ospedale di Alessandria c’è bisogno di infermieri, medici, paramedici e tecnici. L’ospedale c’è già è va benissimo così com’è con piccole modifiche del tutto alla portata delle nostre tasche. Nostre tasche perché i soldi che i politici mettono sul piatto in maniera così disinvolta sono proprio i nostri.
Lascio spazio all’amico fraterno e mai dimenticato Guido Manzone – che ci ha lasciati sette anni fa – per ribadire i concetti di allora che sono quelli di oggi.
Nell’immagine a destra in basso c’è un fotomontaggio che rappresenta quello che per noi, con una spesa cinque volte inferiore, potrebbe essere il nuovo ospedale.
Più di così noi cronisti onesti non possiamo fare – veramente – e speriamo che i magistrati, invece di mandarci sotto processo a ripetizione, si accorgano di quello che succede e prendano le iniziative giuste per difendere la Legge, la dignità loro e nostra.

di Guido Manzone – 5 aprile 2013: “L’ospedale va bene dov’è, basta tangenti a scapito del bene comune”
Spinti da inestinguibile voracità sono nuovamente al lavoro i costruttori di macerie. Non essendo bastata l’illegale distruzione degli ottimi ponti della Cittadella e del Sanatorio, che non erano assolutamente da abbattere, ora vogliono trasferire l’ospedale civile, unica cosa che ad Alessandria funziona molto bene, che non è da trasferire. E vogliono farlo senza avere nemmeno i soldi per finanziare l’operazione. Ma l’essere impuniti nel loro nefando agire li fa credere furbi, inducendoli a confondere corruzione con intelligenza. Con la cupa pazienza dell’avvoltoio aspettano il momento opportuno agitando con le loro indegne zampe le nobili bandiere della salute e della vita dell’uomo, sotto la cui ombra si cerca di celare l’indegna intrapresa. Ma il male non può essere gestito da soli. Il farlo necessita della complicità delle vittime persuase, con false parole, ad agire in modo contrario al loro bene. Una città non è la somma di individui, ma una comunità che si riconosce in un insieme di valori condivisi. Sono proprio questi valori che occorre stravolgere e prostituire per piegare i molti al vantaggio di pochi. Questo agire spiega come, in regime democratico, la gestione del male sia divenuta sempre più costosa, privilegiando i grandi lavori che permettono grandi tangenti. Non è un caso che in questo periodo di crisi, gli appartenenti alla destra e alla sinistra piemontesi, come branchi di lupi affamati, si siano lanciati sugli ospedali con proposte contrarie agli interessi comuni. […] E così la nostra regione finirebbe come gli Stati Uniti in cui gli appartenenti alle classi meno abbienti non sono curati. Situazione deprecabile contro cui giustamente si batte da anni l’attuale presidente Obama, onde porre fine al fatto che gli abitanti degli USA, proprio per mancanza di cure, vivano mediamente alcuni anni meno di quelli di paesi come l’Italia. In compenso gli appartenenti alla sinistra alessandrina se da un lato si oppongono all’infame proposta, dall’altro si stanno già scannando per l’ipotetica localizzazione del futuro ospedale cittadino. C’è chi vuole metterlo al Cristo in tenuta Taverna, c’è chi lo vuole al Borsalino (giro ex socialista) e c’è invece chi lo vuole ad Alessandria 2000 (Rossa, ex PCI). Altri lo vogliono all’aeroporto. Si tratta di proposte assolutamente demenziali anche dal punto di vista urbanistico. Il Cristo è fuori baricentro e difficilmente raggiungibile sia per i pazienti che per il personale, e soggetto a continui intasamenti di traffico. Le altre tre sorgono in aree golenali con tutte le conseguenze del caso.
L’attuale ospedale di Alessandria sta benissimo dov’è (a destra un’ipotesi di ristrutturazione con l’unione del vecchio blocco all’attuale tramite un ponte – n.d.e.). È ottimamente posizionato da un punto di vista urbanistico e, trovandosi sulla circonvallazione, è nell’area più facilmente raggiungibile dell’intera città. A fianco c’è il gigantesco edificio vuoto dell’ex ospedale psichiatrico con vastissimi cortili e lasciato dolosamente inutilizzato proprio allo scopo di creare disservizi, con cui giustificare il trasferimento del vicino ospedale. Inoltre confinante, subito al di là della circonvallazione, vi è l’enorme estensione dei cosiddetti Orti del manicomio, in cui sarebbe possibile creare un gratuito posteggio riservato sia ai dipendenti che ai pazienti. Poiché è profondamente errato aspettare che la casa bruci prima di intervenire, chiediamo a tutti i cittadini di muoversi per impedire il truffaldino trasferimento dell’ospedale civile di Alessandria. Chiediamo pure che si tuteli con ogni mezzo quello che oggi è l’unico e solo orgoglio della città utilizzando per suoi eventuali ampliamenti ciò che già gli appartiene e nel contempo non solo si impediscano i tentativi di privatizzazioni regionali, ma si richieda alla Regione di saldare al più presto i suoi debiti con le nostre strutture sanitarie evitando sprechi di prestigio, come l’inutile e costosissimo grattacielo della Regione, questo sì da vendersi al più presto ai privati, essendo questa l’unica ed auspicabile forma di privatizzazione”.

 

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