I reati tributari contestati sono in relazione a un giro di fatturazioni per operazioni inesistenti il cui ammontare calcolato dalla Guardia di Finanza supera i 70 milioni di euro
Alessandria – Stamane la Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Genova con diversi indagati, ha smantellato un’associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta con alcune cooperative che fornivano illegalmente la manodopera. A finire ai domiciliari su richiesta dei pm Marcello Maresca e Andrea Ranalli sono: Anchelito Barabino, 95 anni, fondatore e presidente della stessa azienda, il figlio Gianluca Barabino, 62 anni, ad della Ecoprogram Flotte di Tortona in provincia di Alessandria (nella foto a lato), Giuseppe Grosso, 54 anni, Anna Sardu commercialista, 70 anni, accusati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, false fatture per operazioni inesistenti, associazione a delinquere, dichiarazioni fraudolente, causa di dissesto di alcune cooperative e somministrazione illecita di manodopera. Si tratta di una stangata di circa 15 milioni di euro per cui il giudice ha disposto un sequestro preventivo (pari all’ammontare della presunta evasione fiscale quantificata dalle Fiamme Gialle) nei confronti della società Ecoprogram Flotte e dei suoi amministratori, mentre le coop che avrebbero emesso le false fatture sono Grandi Flotte, Log, Drive e Speed Log. Il giudice ha disposto il sequestro preventivo dei soldi, che corrisponderebbero al profitto dei reati tributari contestati, in relazione a un giro di fatturazioni per operazioni inesistenti il cui ammontare calcolato dalla Guardia di Finanza supera i 70 milioni di euro, col
coinvolgimento di sei società di cui una di capitali con sede in provincia di Alessandria nel tortonese, ancora attiva, esercente l’attività di servizi di logistica, e cinque cooperative, di cui quattro dichiarate fallite dal tribunale di Genova. Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di un’associazione per delinquere (la “Cupola”) formata da 14 persone, finalizzata a delitti tributari e di bancarotta fraudolenta attraverso alcune società cooperative che fornivano illegalmente manodopera a Eco Program Flotte presso Ariel Car Pavia di Casei Gerola (PV). Inoltre emettevano fatture per operazioni inesistenti nei confronti della stessa società per avere a disposizione manodopera a prezzi concorrenziali, annotare costi per servizi inesistenti e vantare un indebito credito d’imposta Iva. Le cooperative gestite dai principali indagati, generavano ingenti debiti fiscali e previdenziali per poi essere poste in liquidazione, trasferendo la propria sede dalla provincia di Alessandria a Genova e, successivamente, dichiarate in stato d’insolvenza da parte del Tribunale di Genova. I 250 dipendenti passavano da una cooperativa all’altra, ma di fatto continuavano a essere gestiti e amministrati direttamente dalla società di capitali.