Alessandria – Dopo la Centrale del latte fallita, dopo Il Soggiorno Borsalino ceduto ai privati per non fallire, dopo l’Alessandria Calcio 1912 fallita, ecco il prossimo fallimento di una storica testata giornalistica di Alessandria che celebra contemporaneamente anni di vita e – si dice – la liquidazione giudiziale con un passivo di circa 2.000.000 di Euro. Quattro simboli di Alessandria (un’azienda pubblica nella filiera del cibo nota in tutta Italia, una Residenza per anziani che ha fatto la storia dell’assistenza pubblica alle fasce deboli, una squadra di calcio fucina di campioni a livello mondiale e un giornale che ha fatto la storia della cronaca locale) scomparsi o snaturati totalmente. Forse sarebbe ora di fare i conti con l’origine di tutto ciò: il fallimento del Comune di Alessandria (probabilmente ingiusto) da cui il Comune non s’è mai risollevato, nonostante i fondi nazionali ed europei giunti abbondanti. Una città morta, che vede in Tortona il centro dello sport, in Acqui il centro della residenzialità di qualità, e che “se la gioca” con Valenza e Novi per numero di lavoratori in cassa integrazione. Persino Ovada tenta di affermarsi come riferimento enogastronomico e turistico, mentre Casale riesce a vendere dei terreni per insediamenti commerciali a tre volte il valore d’asta e risana il suo bilancio. E Alessandria? Una comunità circense ridotta ad essere un hub di Amazon.
Foto: La Stampa