Tortona – Scendono in campo anche i genitori. Che temono per i propri figli e dunque hanno deciso di organizzare delle ronde, presidiando diversi punti del centro storico. Il problema teppismo e bullismo a Tortona è diventato insopportabile per molti genitori che non ne possono più. Le forze dell’ordine sono continuamente impegnate nei controlli. Nonostante le numerose denunce, gli episodi di violenza continuano, anche in pieno giorno e non solo nei fine settimana. Ieri è scattato un provvedimento restrittivo (l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) per un diciannovenne responsabile di lesioni personali aggravate e atti persecutori nei confronti di un coetaneo, per gelosia verso una ragazza con cui la vittima ha una relazione. Una vicenda, questa, che sta scatenando polemiche anche a livello politico: in un documento congiunto diffuso ieri, Pd, Civica Tortona, Progetto Tortona, Italia Viva, Possibile e Articolo Uno criticano il sindaco per la richiesta di aiuto ai cittadini: “Garantire la sicurezza è compito delle forze dell’ordine, dell’amministrazione o sono gli stessi cittadini chiamati a organizzarsi a tale fine? Dubitiamo fortemente che la soluzione sia autorizzare in tempo di Covid gruppi di cittadini alla tutela della sicurezza. Controllare e vigilare a difesa del territorio sono compiti che competono agli apparati dello Stato. Ogni cittadino di fronte a scene di violenza e di criminalità ha il dovere di avvisare gli organi preposti al mantenimento dell’ordine sociale e non quello di organizzare gruppi di “autodifesa”. Da parte sua il sindaco di Tortona, Chiodi, ha trovato queste dichiarazioni dell’opposizione fuori luogo, ritenendole un maldestro tentativo di strumentalizzare quanto accaduto sminuendo il lavoro delle forze dell’ordine: “Trovo queste critiche molto pretestuose. Il problema non riguarda solo Tortona. I giovani coinvolti negli episodi di violenza sono stati più volte fermati e segnalati all’autorità giudiziaria”. Il primo cittadino tortonese spiega di aver rivolto un appello ai genitori perché ritiene che proprio la famiglia abbia rappresentato l’anello debole nella gestione di questi comportamenti e che proprio da lì debbano partire le azioni educative e di prevenzione.