fanno paura “Machiavelli, Putin, Trump e Abonante”. Sorrido quando, dall’inizio della guerra Russo-Ucraina e dell’offensiva Israeliana a Gaza, i mezzi di comunicazione dell’Occidente continuano ad insistere sulla necessità di una “guerra pulita”. Non si uccidono civili, non si usano armi troppo micidiali, non si utilizzano mezzi sleali. È l’utopia – o l’idiozia – del “politicamente corretto” che non ha imparato niente dalla guerra del Vietnam (1965 – 1975) dove gli Stati Uniti, ancorché soverchiamente superiori per armi e uomini, dovettero soccombere a causa dell’opinione pubblica interna, e della scelta di non colpire il sentiero di Ho Chi Minh (nel Laos e in Cambogia) dove passarono tutti i rifornimenti dei Viet Cong e che consentì a costoro di vincere. La guerra è sempre e solo “lacrime e sangue” come ben sapeva Winston Churchill (1874 – 1965), ovvero “un’inutile strage” per dirla con le parole di Benedetto XV, scritte il 1° agosto 1917. Il politicamente corretto non conosce la vera natura dell’uomo che non cambierà mai: quella di “povero peccatore”. Secondo il Cristianesimo le sue ambizioni, i suoi sentimenti, le sue paure, il suo odio sono il frutto del suo peccato originale e dell’influenza nefasta del diavolo in questo nostro mondo. L’uomo non cambierà, malgrado ogni inimmaginabile progresso culturale, scientifico o economico. Fortunatamente per chi ci crede, lo Spirito Santo e la Provvidenza Divina continuano a operare e continueranno a farlo “…fin che il sole risplenderà sulle sciagure umane” (Ugo Foscolo, I Sepolcri 1806/1807). Ciò premesso, diventa interessante, invece, osservare dietro la nebbia del pensiero unico del politicamente corretto, come personaggi con valori e ideologie (forse) molto lontani tra loro ricorrano all’utilizzo di filosofie politiche identiche. “L’offesa che si fa all’uomo deve essere tanto grande da non temere la vendetta” (da “Il Principe” di Niccolò di Bernardo dei Machiavelli, 1469 – 1527). Vladimir Putin, Presidente della Russia, sovranista e certo non politicamente corretto, ha un’idea ben precisa di come interpretare il suo compito di fare nuovamente grande la Russia. Donald John Trump, ex Presidente degli Stati Uniti d’America, ne ha fatto addirittura il proprio slogan (“Facciamo di nuovo grande l’America”). È, in sostanza, l’idea platonica di imporre la propria visione di società, di economia e di cultura nella convinzione che sia quella giusta. Per chi come me crede in Nostro Signore Gesù Cristo si tratta della mistificazione d’un concetto importante: solo Dio è buono e giusto e le nostre interpretazioni sono sempre a rischio di errore (ricordiamo come nell’Antico Testamento, Nostro Signore fu molto recalcitrante prima di concedere un re al popolo eletto che lo richiedeva). Direte ora: “Cosa c’entra Abonante, il Sindaco di Alessandria?”. C’entra. Eccome se c’entra. Anche Abonante, che proviene da un’estrazione culturale opposta ai nostri due Statisti, ha una precisa idea di Città e la vuole realizzare senza pietà per gli oppositori politici, sia interni (leggasi Barrera e Serra), che esterni (leggasi Locci e Molinari), Non c’è spazio per accogliere opinioni diverse che arrivino dal consiglio comunale e neppure c’è rispetto per decisioni prese in passato (leggasi divieto di usare il glifosato). Per fortuna, qui da noi gli oppositori e i giornalisti avversari si querelano e non si mettono in carcere, ma il principio è lo stesso. L’operazione “Barosini” altro non è se non una machiavellica operazione del “fine che giustifica i mezzi” nel tentativo di imbonire gli elettori più moderati, figli ormai d’un “cristianesimo minore”, imborghesito e pronto a giustificare tutto pur di non riconoscere il necessario sacrificio di portare la propria croce per la salvezza dell’anima alla quale non si pensa più dopati dalle droghe del diavolo capitalistico. “Sarà vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza” (Alessandro Manzoni, “Il cinque maggio”, 1821).