Genova – Due medici e 4 infermieri dell’ospedale Galliera che hanno somministrato 80 dosi di insulina a un paziente, invece delle 8 previste dal piano terapeutico, e che si sono rivelate letali per un paziente di 70 anni, andranno tutti a processo: i due medici che hanno disposto la cura e l’infermiera che l’ha praticata, hanno scelto i riti alternativi (l’abbreviato o il patteggiamento). Gli altri tre paramedici che si sono succeduti nelle 24 ore, che non si sono accorti del sovradosaggio e non l’hanno interrotto, si sottoporranno, invece, ad un normale processo dibattimentale. Tutti, ieri, si sono presentati davanti al giudice per l’udienza preliminare Milena Catalano, che ha sentito pure i parenti del paziente deceduto: la vedova, il figlio e un fratello, coi quali si è cercato un accordo per un “giusto” risarcimento.
La pm in un primo tempo aveva iscritto sul registro degli indagati soltanto i nomi dell’autore materiale dell’errore e dell’infermiera che aveva somministrato l’insulina. Il farmaco era stato iniettato non per il diabete ma per un’iperpotassiemia, cioè un livello troppo alto di potassio nel sangue dovuto a insufficienza renale. Stando agli accertamenti investigativi, dopo le infusioni endovenose l’uomo, già fragile perchè affetto da carcinoma ai tessuti delle vie urinarie, era andato in coma. Vi era rimasto 16 giorni, fino al decesso.
Somministrata insulina in dosi dieci volte superiori a quelle prescritte: 16 giorni dopo la “cura” è morto il paziente di 70 anni
