Torino – Secondo i dati forniti dall’Inps nel corso del 2024, l’aumento delle ore di cassa integrazione è stato del 64,2% rispetto al 2023, passando da poco più di 30 milioni a oltre 50 milioni di ore. L’anno scorso i due mesi col maggior numero di ore sono stati ottobre e novembre: nel primo caso si è andati oltre i 7 milioni di ore, mentre nel secondo caso la corsa si è arrestata sopra i 6 milioni. A livello territoriale, le tre aree più colpite sono Novara, Torino e Biella. Gli aumenti percentuali, rispettivamente, sono stati del 178, del 103 e del 78%. Mentre è Torino la provincia con più ore: supera da sola i 30 milioni. A Biella soffre soprattutto il comparto tessile, che registra un incremento del 200%, con quasi 3 milioni di ore in più rispetto all’anno precedente. A Novara è invece il manifatturiero a pesare, con un aumento del 189%, mentre le costruzioni fanno segnare un più 75%. Il calo della manifattura inevitabilmente si fa sentire anche nella città dell’auto, con Torino che vede raddoppiare la cassa ( più 106%), ma mostrano difficoltà di un certo rilievo anche il commercio ( con 900mila ore in più rispetto all’anno precedente), le costruzioni ( 700.000 ore in più) e addirittura il terziario, con attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e servizi alle imprese che segnano un più 800mila ore.
Se però il malato deve avere un nome e un cognome, impossibile sfuggire alla condizione dell’automotive: nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi il 2024 ha visto registrare 4,8 milioni di ore di cassa in più rispetto all’anno precedente, di cui 3,8 milioni solo nella provincia di Torino. Aumentano anche le ore dei contratti di solidarietà: 1,8 milioni in più per un +93%.
In Piemonte aumenta il ricorso alla cassa integrazione
